| NAPOLI (9 agosto) - È l’ex re dei paparazzi e, a quanto pare, anche l’ex di Belen Rodriguez. La vita di Fabrizio Corona è sempre sotto ai riflettori, rivoltata come un guanto in televisione e sui giornali e di lui sappiamo praticamente tutto. È stato fotografo, promoter, agente di vip, creatore di moda, più di recente, oltre all’irrefrenabile voglia di guidare auto di lusso senza patente, si è dilettato interpretando un killer nella fiction di Canale 5 «Squadra antimafia - Palermo oggi».
Quello che non sapevamo ancora è che l’ipertatuato Fabrizio continuerà la sua carriera di (aspirante) attore stavolta sperimentando il teatro. Per lui nessun ruolo da Romeo o Don Giovanni, ma quelli del guappo di una classica sceneggiata napoletana. A scritturarlo nella sua compagnia è Antonio Ottaiano, cantante che negli ultimi anni ha rispolverato il genere, dopo essersi a lungo accompagnato a Mario Merola, il re indiscusso del genere. Il debutto è previsto per l’8 dicembre al teatro Sannazaro, l’allestimento ispirato al capolavoro di Bovio dovrebbe poi andare in tour toccando il Manzoni di Milano, con cui lo stesso Corona sarebbe in trattativa, il Brancaccio di Roma e poi alcune sale del Sud.
L’unico anello mancante è lo spettacolo: «Dipende da Fabrizio» spiega Ottaiano. «L’idea iniziale era quella di riproporre ”Guapparia”, cambiando solo il titolo in ”I guappi di Guapparia”». Questo se Corona sarà all’altezza, ovvero imparerà tutta la parte e migliorerà nel dialetto. «Altrimenti con il regista Ernesto Martucci abbiamo già scelto l’opzione più semplice ovvero uno spettacolo costituito da vari quadretti di sceneggiata, uno dei quali ci vedrà recitare insieme».
E così Ottaiano e Corona, spalleggiati dalla verace sensualità di Rosa Miranda e dal sicuro appeal mediatico dell’operazione, tenteranno di riportare sotto i riflettori nazionali il trittico «isso, essa e ’o malamente». Idea che ha trovato subito i consensi di Lara Sansone, attrice-simbolo del nuovo Sannazaro, storica sala del teatro popolare: «Luisa Conte aveva fatto di questa sala il tempietto del teatro napoletano, abbiamo accolto con entusiasmo la proposta di ”Guapparia”, perché la sceneggiata ci interessa, Ottaiano l’ha già proposta da noi, e perché Fabrizio Corona potrebbe dare al genere una visibilità maggiore».
Ma come è nata l’idea di proporre una sceneggiata a Corona? «Lo scorso inverno Fabrizio venne a teatro per assistere al mio allestimento di ”Guapparia”», racconta Ottaiano. «Ne rimase affascinato e, riferendosi al guappo Don Carluccio, mi disse ”ma quello sono io”, per poi mettersi a ridere. Effettivamente l’immagine che lascia trapelare è quella: arrogante, bullo, sfacciato. Soltanto chi lo conosce bene sa che quella è la facciata». E il cantante napoletano lo conosce bene perché, come lo stesso Corona ha affermato più volte, sono «amici fraterni, l’unico con cui ultimamente lavoro». Un’amicizia nata cinque anni fa da un battibecco in un locale in Sardegna e finito «a tarallucci e vino». Qualche piccolo intoppo al progetto teatrale, a dire il vero, all’inizio c’è stato. «Quando ho spiegato a Fabrizio che il guappo fetente, cioé quello che lui deve interpretare, alla fine stramazza a terra e muore, be’ non l’ha presa benissimo. ”Corona non l’uccide nessuno”, ha detto». Prima di vederli insieme antagonisti - in scena - nelle storie di malavita, Ottaiano sta dando lezioni di dialetto a Corona: «Da mercoledì inizieremo le prove a Taranto sul suo yacth. Dobbiamo lavorare molto sulla lingua. Io, poi, tengo al rigore filologico della sceneggiata e da lui mi aspetto un dialetto perfetto». Siciliano di nascita, Corona ammette di avere un feeling con il nostro dialetto: «Ho sempre molto amato Napoli e la sua lingua, che capisco perfettamente. Spero di riuscire a parlarla dignitosamente».
Fonte: Il Mattino.it
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