| Ho provato a trovare diversi monologhi online, anche da dei libri in pdf ma niente o troppo antichi o spesso pieni di personaggi così mi è stato consigliato per l'amissione in un'accademia d'arte drammatica di portare a questo punto come monologo singolo maschile l'Amleto. Volevo sapere se andava bene? Cioè avevo sentito che essendo un monologo che portano in tanti magari i commissari si stancano, io cercherò di entrare in un'accademia del mio paese no quelle complicate come la Silvio D'Amico però comunque non so se va bene. Mi è stato consigliato e ho trovato questo, è il vero e giusto monologo? Non è molto lungo per la memoria è ok ma ovviamente bisogna interpretarlo con molta energia, su youtube ho provato a cercare come lo interpreta Gassman. eccolo qua: Amleto:
Essere o non essere: questo è il problema: se sia più nobile all'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di problemi e combattendo disperderli.
Morire dormire; nulla più: - e con un sonno dirsi che poniamo fine al dolore e alle infinite miserie, naturale retaggio della carne, è soluzione da desiderare ardentemente.
Morire - dormire - sognare, forse: ma qui è l'ostacolo che ci trattiene: perchè in quel sonno della morte quali sogni possan venire, quando noi ci siamo sbarazzati di questo groviglio mortale: è la remora, questa, che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gl'insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, gli spasimi dell'amore disprezzato, gli indugi della legge, l'insolenza di chi è investito di una carica, e gli scherni che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale?
Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una gravosa vita, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte - la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore - confonde la volontà, e ci fa piuttosto sopportare i mali che abbiamo, che non volare verso altri che non conosciamo?
Così la coscienza ci fa tutti vigliacchi; così la tinta naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo per questo riguardo deviano il loro corso: e dell'azione perdono anche il nome.
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